LunatikaMente

Pensieri a ruota libera, per scambiarci opinioni su ciò che ci passa per la testa, sulla vita, sul mondo.

martedì, novembre 01, 2005

Ognissanti

Il giorno di Ognissanti c'è la tipica routine ai cimiteri, dove anche chi non va mai si reca a salutare i propri cari...ed è in questa giornata più che in altre che si pensa a quanto si è fortunati ad essere qui, ad esserci ancora, a stare bene.
E si pensa a chi non si vede più, o non si ha mai visto.
Io non ho mai conosciuto mio nonno materno.
E' morto poco prima che nascessi, e se posso avere un rimpianto, sicuramente più di qualcunque altro ho quello di non averlo mai conosciuto.
Dai racconti sembra fosse una persona davvero speciale, che mi avrebbe dato molto; perfortuna ho ancora due nonni, e una delle due nonne, la moglie di quello di cui sto parlando, pur non essendoci più, l'ho conosciuta e ci ho vissuto insieme.
Di lui non posso dire nulla, invece. Posso solo basarmi sui racconti degli altri, e quei racconti mi fanno pensare ancora di più a quanto sarebbe stato bello conoscerlo, a quanto sarebbe stato piacevole e interessante sentire i suoi racconti dal vivo, non solo nella cassetta che mamma conserva e che ognittanto ascoltiamo.
Vederlo non solo nelle foto che a volte, quando gli impegni asfissianti della vita lo consentono, sfogliamo.
Quello che posso pensare è solo che, se davvero esiste qualcosa al di là di tutto, un giorno ci incontreremo.
E spero che mi proteggerai come hai fatto fino ad ora, da lassù.

3 Comments:

At 11:19 PM, novembre 01, 2005, Blogger Pinella said...

Grazie per questi tuoi pensieri.

 
At 9:54 AM, novembre 02, 2005, Blogger Mark said...

Mio nonno paterno è morto qualche anno fa. Era in Argentina. Quindi io ero lontano e non ho potuto salutarlo. Di lui mi ricordo che aveva un grandissimo senso dell'umorismo. Faceva sempre ridere tutti con una barzelletta inventata da lui, che, in effetti, non fa ridere per niente. Ma quando a raccontarla era lui, con la sua mimica napoletana, ci spisciavamo dalle risate.
Un'altra cosa che mi ricordo, era quando mi faceva sedere sulle sue giocchia e mi raccontava di quando era stato in guerra. Voleva scappare in Argentina già allora, ma i fascisti l'hanno preso e, dato che se ne intendeva di motori (una rarità ai tempi), l'hanno assegnato ad un gruppo carristi in africa (non so dove di preciso) come meccanico. Poi i carristi sono stati tutti uccisi, e allora si è messo a guidare i carri armati. Poi, però macavano guidatori abili per le ambulanze ed ecco che ci finisce lui. Una notte, la sua e un'ambulanza tedesca dovevano attraversare un campo che si presumeva minato. E vai tu, e no vai tu, no vai tu... alla fine hanno lanciato la monetina ed è toccato al tedesco attraversarlo. Dopo 100 metri è saltato in aria. E mio nonno ha girato l'ambulanza ed ha cambiato strada.
Quando si dice il culo (o la sfiga per il tedesco) "Mors tua vita mea". Io mi sono goduto mio nonno, ma i nipotini del tedesco no. Bestiale.
Le storie di guerra abbondano in famiglia: 9 miei parenti hanno ci hanno lasciato la pelle. Facce mai viste o viste in qualche foto sbiadita e che ora non mi ricordo più.
Comunque devo ringraziare una moneta per aver conosciuto mio nonno.

 
At 10:02 PM, novembre 02, 2005, Anonymous Anonimo said...

penso che perdere qualcuno di caro è brutto ...ma non averlo mai conosciuto è peggio...io non credo in dio,o meglio non mi piace la chiesa e tutto il circo che ci gira attorno,ma qualcosa ci deve essere per forza sennò le nostre vite non avrebbero senso..i rapporti umani sono cosi' fragili ma per assurdo è bello avere la certezza che c'è qualcuno che ti vuole bene senza averti mai conosciuto

 

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